a cura di Bruno Zucca
Nessuno di noi è contento quando si ammala. Una malattia non severa, però, a volte può essere nostra amica: si comporta come un campanello d’allarme che suona per chiederci con forza un cambiamento del nostro modo di pensare, sentire ed agire e ci aiuta a diventare consapevoli del disagio che l’ha determinata. Se ascoltiamo il suo consiglio benevolo e ce la facciamo amica, possiamo ricavare un prezioso insegnamento per cambiare la nostra vita, adattandoci alle situazioni non modificabili o, quando è possibile, migliorandole. Se non ascoltiamo il campanello e ci tappiamo le orecchie, la malattia diventa nemica: suonerà più forte, cioè diventerà più grave.
I segnali del corpo, quando sono ascoltati e compresi nel loro significato, possono essere fonte di crescita e di maturazione: se ci ribelliamo e non li ascoltiamo, non perdiamo solo l’occasione di crescere, a volte perdiamo anche in maniera irreversibile la salute.
Alcune malattie lievi non solo sono amiche ma spesso sono anche utili. Nel nostro corpo infatti non tutti gli organi hanno la stessa importanza, alcuni sono più importanti di altri: gli organi vitali (cuore, reni, polmoni, ghiandole endocrine, cervello, fegato) devono essere distinti da quelli non vitali (pelle, muscoli, legamenti, articolazioni), meno essenziali ed ausiliari. È come se ci fosse una gerarchia, dove gli organi vitali vengono salvaguardati e protetti dagli organi ausiliari, che fanno loro da scudo o “messa a terra”.
In alcune malattie fisiche benigne di lieve entità, che colpiscono mucose, pelle, articolazioni, tendini, muscoli, così come in alcune manifestazioni psichiche transitorie, l’intelligenza del nostro corpo e della nostra mente si esprime attraverso sintomi liberatori: sono le cosiddette malattie utili. Si tratta di sfoghi benigni necessari alla protezione degli organi più importanti, che si avvalgono degli apparati non vitali per esprimere un disagio e scaricare tossine negative verso l’esterno. Se mangio cibo poco sano, per esempio, il fegato e l’intestino per non ammalarsi utilizzano la pelle per sfogare tossine che altrimenti li danneggerebbero: ecco da dove arrivano i brufoli dopo il salame o il cioccolato! In questo caso l’arrossamento cutaneo è una malattia utile e benigna che funziona come una medicina amara prodotta dal corpo per evitare guai peggiori. Il fegato, organo essenziale, si è avvalso della sua ausiliaria, la pelle, per salvarsi da un male maggiore: l’eritema è il male minore.
Se conduco una vita insana caratterizzata da ritmi frenetici e sempre affannata da preoccupazioni, il mio corpo che è intelligente, per evitare una malattia cardiaca, può per esempio fermarmi con una lombosciatalgia: la sciatica è il campanello d’allarme che suona per dirmi che rischio grosso se continuo così. Posso cogliere il segnale e cambiare stile di vita, consapevole che la prossima volta a fermarmi potrebbe essere un attacco cardiaco. Il cuore mi ha parlato attraverso il dolore lombare di un rischio probabile, prossimo venturo; per salvaguardarsi ha mandato un messaggio con la sciatalgia: “non ce la faccio più, rallenta!!”.
Presupposto di questo approccio alla salute è la constatazione che la natura ci ha dotati di un corpo intelligente che ci parla, con le buone maniere (le malattie amiche), oppure con le cattive maniere (le malattie nemiche).