Psicologia e gestione dello stress

Personalità A e personalità B: dialogo o conflitto?

 a cura di Bruno Zucca

La salute psicofisica è legata ad una condizione armonica interiore, mai conseguita una volta per tutte ma in perenne e mutevole divenire. Secondo l’ipotesi costituzionalista, ognuno di noi ha una caratteristica centrale che lo orienta nel sentire e nell’agire nel corso di tutta la propria esistenza, colorandone le potenzialità espressive. Il nucleo profondo del Sé è caratterizzato da due aspetti polari contrapposti che tendono a prevaricarsi e solo raramente ad integrarsi spontaneamente; essi ruotano intorno ad un perno centrale, costituito dalla nostra qualità essenziale. L’equilibrio nel nostro modo di essere, sentire ed agire è una condizione imprescindibile per il mantenimento di una buona condizione di salute ed è raggiungibile grazie ad una adeguata consapevolezza di sé, frutto di un dialogo costante tra i due principali aspetti contrapposti della nostra personalità che per semplicità chiameremo lato A e lato B. Essi sono in perenne confronto-scontro a nostra insaputa alla ricerca di una possibile integrazione dinamica: ognuno di noi ha un lato oscuro ed uno luminoso, uno pubblico ed uno privato e nascosto, uno istintuale ed uno logico e razionale, uno apparentemente forte ed uno apparentemente più debole, uno più femminile ed uno più maschile, un lato spirituale ed uno più materiale. L’interazione dinamica tra le due opposte declinazioni della nostra caratteristica primaria è all’origine della nostra realizzazione o fallimento, del nostro benessere o malattia. L’individuazione di questa qualità principe e delle sue due opposte declinazioni richiede l’impegno in un percorso di conoscenza di sé che può permettere uno sviluppo delle proprie prerogative così come un certo benessere psicofisico. Se per esempio un soggetto è animato dalla qualità essenziale della lealtà, troverà dentro di sé anche l’aspetto polare opposto caratterizzato dalla mancanza di lealtà verso sé stesso e gli altri.

Per lealtà si deve intendere l’onestà dichiarata e ammirevole, costantemente associata a franchezza o a sincerità; si tratta di un atteggiamento di correttezza e dirittura morale, attaccamento al dovere e rispetto della propria dignità, nel mantenimento degli impegni assunti, nei rapporti con determinate persone, nella fedeltà alle istituzioni e a chi le rappresenta. Chi ha questa attitudine prevalente nella propria struttura personologica dovrà inevitabilmente confrontarsi con l’aspetto opposto, cioè con la mancanza di dirittura morale, con la difficoltà a mantenere gli impegni assunti: avrà cioè un lato oscuro infedele e traditore. Entrambe gli aspetti sono funzionali alla nostra espressione e una netta prevalenza dell’uno sull’altro può determinare squilibri e sofferenze patologiche. La personalità leale può per esempio essere estremamente rigida e moralista ed impedirsi di esprimere sé stessa, restando fedele anche a rapporti soffocanti e patologici per non infrangere il proprio codice morale; rinunciando alla propria dignità per lealtà agli altri si può infatti tradire sè stessi. Del resto restare ancorati al lato inaffidabile e traditore impedisce la costruzione di rapporti umani autentici e sinceri, creando conflitti e permanenti insoddisfazioni, dolori e soprusi: solo coltivando la polarità mancante può sperare di raggiungere un certo equilibrio e benessere. Il soggetto che ha come nota dominante costituzionale la tematica della lealtà-tradimento vivrà con estrema amplificazione gli eventi relazionali segnati da questo colore od attributo. Agirà o subirà situazioni con questa problematica ed in esse evolverà od involverà, si realizzerà o fallirà. La mediazione dinamica tra gli aspetti polari consente un equilibrio salutare poiché ogni fattore di squilibrio tra A e B porta con sé somatizzazioni, ovvero un possibile trasferimento del malessere psichico sugli organi interni. Negli esempi citati, a causa dei ripetuti tradimenti subiti od agiti, il sistema cardiocircolatorio o cerebrale può ammalarsi; essendo tale apparato intensamente coinvolto nelle relazioni umane, quando viene continuamente sollecitato da fattori stressanti legati a sensi di colpa, abbandoni e solitudine affettiva, rabbie represse, paure e frustrazioni può manifestare squilibri funzionali o malattie vere e proprie. Il percorso di cura in questi casi deve considerare il valore della integrazione tra personalità A e B. La prevenzione di questi disturbi richiede altresì una conoscenza della nostra specificità dinamica interiore.