Nutrizione

Le sostanze fitochimiche

a cura di Laura Olivero

Le sostanze fitochimiche sono composti chimici presenti in natura nelle piante, alle quali conferiscono colore, sapore, profumo e struttura.

Il loro sviluppo all’interno delle piante è avvenuto nel corso di millenni di evoluzione, per preservarle e difenderle dall'effetto dei radicali liberi, dalle infezioni di virus, batteri e funghi e dai vonseguenti danni a componenti cellulari, in particolar rmodo al DNA.

All’interno dell’organismo umano non hanno funzione nutritiva ma sono ugualmente importanti perché svolgono un ruolo di difesa e di protezione.

Sono migliale le sostanze che ad oggi sono state scoperte e sono state classificate come sostanze fitochimice e molte di essere ancora sono sconosciute.

Esse agiscono in modo differente e sinergico tra di loro, esercitando nel complesso effetti protettivi nei confronti di infezioni, tumori, diabete, ipertensione e malattie cardio e cerebrovascolari. 

Questi effetti sono da ricondurre alle seguenti azioni:

  • antiossidante, proteggendo l'organismo nei confronti dello stress ossidativo; 
  • ormonale, agendo con effetto simile a quelli degli estrogeni naturali; 
  • antimicrobica, potenziando la funzionalità sistema immunitario; 
  • ipolipemizzante, favorendo il mantenimento del range corretto di colesterolo nel sangue; 
  • antitumorale, inattivando sostanze tossiche per le cellule e proteggendo il DNA dall'azione delle sostanze cangerogene.

Si tratta di sostanze con nomi difficili e poco noti ( ad es. polifenolisulfidi, monoterpeni, saponine, fitosteroli, carotenoidicapsaicina) contenute nei cereali, neilegumi, nella verdura, nella frutta e nelle spezie.

È importante precisare che assumere queste sostanze con l’uso indiscriminato di integratori non è solo inutile ma è anche potenzialmente pericoloso. L’introduzione di alte dosi di queste sostanze possono interferire con altri nutrienti o essere trasformate in sostanze ad azione pro-ossidante e dannose. 

In conclusione è indispensabile precisare che l’assunzione di cibi vegetali freschi permette al nostro organismo di avere a disposizione una ‘squadra’ organizzata di sostanze fitochimiche, in grado di proteggere l’organismo dalle malattie.

Le vitamine

a cura di Laura Olivero

Le vitamine sono sostanze essenziali nella nostra alimentazione e sono sufficienti in piccole quantità. Per questo sono classificate fra i micronutrienti. L'organismo non è in grado di sintetizzarle e bisogna assumerle con il cibo. 

La prima ad essere identificata fu proprio la A e fu chiamata “vitamina” (cioè “amina della vita”) perché fu immediatamente intuita la sua importanza nella prevenzione di alcune malattie. Come la A, tutte le vitamine scoperte da allora sono necessarie per le funzioni vitali dell'organismo.

Il loro fabbisogno varia in funzione di età e sesso, gravidanza e allattamento. Tutte quelle di cui abbiamo bisogno si trovano nel cibo nelle quantità giuste. Per questo bisogna seguire una dieta che non escluda nessuno dei gruppi di alimenti. Le vitamine, infatti, sono contenute in maniera diversa nei diversi alimenti, sia di origine animale che vegetale, e solo in questo modo ci si assicura il pieno corredo, senza dover ricorrere agli integratori, che dovranno essere consigliati da un esperto in base alle necessità del paziente.

In generale, le vitamine possono essere divise in:

- liposolubili (A, D, E e K)  
- idrosolubili (C e vitamine del gruppo B). 

Le prime sono trasportate dai grassi e sono immagazzinate nel tessuto adiposo. Poiché vengono smaltite con lentezza, un quantitativo eccessivo può più facilmente causare problemi di accumulo. È pressoché impossibile assumerne in quantità eccessive con gli alimenti, mentre può accadere con gli integratori.
Le vitamine idrosolubili, al contrario, non si accumulano nell'organismo e vengono eliminate rapidamente attraverso le urine. Per questi motivi è necessaria un’assunzione più regolare.

La vitamina A è importante per la vista, per il sistema immunitario e per la formazione delle cellule. La si assume introducendo alimenti di origine animale come fegato, latte, uova, pesce e alimenti vegetali quali frutta e verdura di colore rosso, giallo e arancione (albicocche, carote, anguria, frutti di bosco, pomodori).

Le vitamine del gruppo B sono otto e sono estremamente diffuse sia nel regno vegetale (tranne la B12), che in quello animale (tutte). Intervengono nel funzionamento del sistema nervoso e nella formazione delle cellule del sangue, partecipano al metabolismo energetico di glucosio, grassi e proteine. È molto difficile incorrere in carenze di questo gruppo di vitamine a meno che il soggetto segua una dieta vegetariana stretta o vegana.

Qui di seguito si riportano gli alimenti che contengono le vitamine del gruppo B:

  • Vitamina B: cereali (è particolarmente abbondante nella cuticola che avvolge i semi), legumi, uova, carne di maiale, lievito.
  • Vitamina B2 o riboflavina: latte e i suoi derivatisoprattutto i formaggi, uovalievitofegatovegetali a foglia verde.
  • Vitamina B3 o niacina: fegato, carni bianche, lievito, alcuni pesci come il salmone, il pesce spada e il tonno, frumento e negli spinaci.
  • Vitamina B5 o acido pantotenico: fegato, rene e altre frattaglie, tuorlo d’uovo, lievito e vegetali freschi.

 

  • Vitamina B6semi di frumentofegatotuorlo d’uovo, lievito,carnisoprattutto bianche, pescevegetali verdipatatelegumi e frutta (ad esclusione degli agrumi).
  • Vitamina B8 o biotina: latteformaggifegatotuorlo d’uovo, arachidipiselli secchiverdure, funghilievito di birra.
  • Vitamina B9 o acido folico: verdure a foglia verdefegatolattealcuni frutti(arance, kiwi, limoni) e alcuni tipi di cereali.
  • Vitamina B12 o cianocobalamina: carne, fegato, pesce, latte e uova.

La vitamina C, nota come acido ascorbico è spesso utilizzata come additivo alimentare e si trova in tutta la frutta e gli ortaggi. La cottura degli alimenti ne riduce la concentrazione a causa della sua instabilità alla luce e al calore. La fonte principale diq uesta vitamina è sicuramente la frutta fresca. La sua funzione principale è la formazione del collagene ed è quindi essenziale per il buono stato di vasi sanguigni, ossa, denti e tessuti. Facilita la funzionalità del sistema immunitario ed è un potente antiossidante. La sua carenza provoca lo scorbuto.

La vitamina D partecipa alla fissazione del calcio e contribuisce a mantenere una corretta mineralizzazione delle ossa. Un’altra importante funzione assolta da questa vitamina è la protezione dalle malattie infettive e la stimolazione della funzionalità del sistema immunitario. 

In realtà, non è una vitamina in senso stretto, perché grazie alla luce del sole l'organismo può sintetizzarla e accumularla nei mesi estivi, per utilizzarla in modo costante anche in inverno. Sono sempre più frequenti le carenze di vitamina D per mancata esposizione alla luce diretta del sole, uso di filtri solari, inquinamento atmosferico e aumento di grasso corporeo, che ne diluisce la concentrazione. In questi casi va valutata un’integrazione ad hoc, dopo dosaggio ematico contestualizzato nella condizione clinica del soggetto.

La vitamina E è presente in natura come tocoferolo, un potente antiossidante tipico dei grassi vegetali: cereali integrali, ortaggi, frutta, semi, frutta secca in guscio e oli vegetali. Aiuta a combattere l'ossidazione dei grassi sia negli alimenti che nelle membrane cellulari e promuove il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale (molto ricco di grassi facilmente ossidabili). Supplementi di tale vitamina non sono necessari: essendo presente proprio negli alimenti che contengono grassi, quando li mangiamo assumiamo sia il grasso che il suo antiossidante.

La vitamina K, di cui sono ricchi gli ortaggi a foglia verde, la carne, i legumi, i formaggi e i prodotti lattiero caseari, viene sintetizzata anche dai batteri intestinali (in maniera però insufficiente al fabbisogno) ed è coinvolta nel processo di coagulazione del sangue. 

 

I minerali

a cura di Laura Olivero

minerali sono sostanze inorganiche essenziali che svolgono molteplici funzioni all'interno dell'organismo sia strutturali che biochimiche, alcune delle quali non sono ancora completamente conosciute. Alcuni minerali sono presenti nell'organismo in quantità relativamente elevate (calcio, fosforo, magnesio, potassio e sodio), mentre altri sono presenti in piccole quantità (cromo, ferro, fluoro, iodio, manganese, rame, selenio, zinco).

Essi sono sostanze micronutritive che non forniscono direttamente energia (a differenza di carboidrati lipidi e proteine), ma la loro presenza è necessaria perché permettono reazioni con liberazione di energia. L'organismo non è in grado di sintetizzare alcun minerale; è quindi necessario introdurli con alimenti e bevande.

Il contenuto di minerali nei cibi vegetali è solitamente adeguato anche se variabile in relazione soprattutto alla loro presenza nel suolo e alle tecniche di lavorazione industriale, come ad esempio la raffinazione e la cottura dei cibi, in grado di impoverire l'alimento del contenuto in minerali e vitamine naturalmente presenti in esso. Esiste poi il problema della biodisponibilità, cioè l'effettiva possibilità dell'organismo di averli a disposizione, che dipende da molteplici fattori in grado di influenzarla positivamente e negativamente.

I minerali per essere biodisponibili devono essere chelati, cioè trasformati in forma assimilabile. La biodisponibilità è influenzata anche da fattori come età, sesso, infezioni intestinali o alimentari, abitudini alimentari, stress, gravidanza e allattamento e da fattori legati alla forma chimica e alla solubilità del minerale.

Possiamo dividere i minerali in macroelementi ed in microelementi.

MACROELEMENTI

  • SODIO: svolge un'azione di regolazione dell'equilibrio acido-base e del bilancio idrosalino ed è fondamentale per il funzionamento del sistema nervoso.
  • POTASSIO: interviene nella trasmissione nervosa e nella regolazione dell'equilibrio acido-base e del bilancio idrosalino.
  • CALCIO: stimola muscoli e nervi e interviene nella coagulazione del sangue; inoltre è un elemento fondamentale per la formazione di ossa, denti e cellule.
  • FOSFORO: facilita tutte le traformazioni energetiche a livello cellulare ed è un elemento strutturale di ossa, denti e cellule.
  • CLORO: regola il bilancio idrico e produce acido cloridrico nello stomaco, indispensabile per la digestione degli alimenti.
  • MAGNESIO: funge da attivatore enzimatico e agisce da modulatore dell'attività elettrica della muscolatura.

MICROELEMENTI

  • FERRO: lega l'ossigeno nella molecola di emoglobina e in altri trasportatori di ossigeno (mioglobina, citocromi).
  • ZINCO: è coinvolto nella produzione, deposito e secrezione dell’insulina da parte del pancreas.
  • RAME: è un costituente fondamentale degli enzimi coinvolti nel metabolismo del ferro e nella produzione di sangue.
  • MANGANESE: è indispensabile per il funzionamento di alcuni enzimi
  • IODIO: è il componente indispensabile alla formazione degli ormoni tiroidei.
  • CROMO: è costituente di alcuni enzimi, viene coinvolto nel metabolismo del glucosio e in generale nel metabolismo energetico.
  • SELENIO: svolge la sua funzione in associazione con la vitamina E, proteggendo le cellule dai danni dell'ossidazione ed ostacolando la formazione dei radicali liberi.
  • MOLIBDENO: è fondamentale per il metabolismo dei carboidrati, per l’assimilazione dei grassi e per la distribuzione del ferro.

Le fibre

a cura di Laura Olivero

Le fibre alimentari sono un gruppo di sostanze molto eterogeneo con una caratteristica comune: a causa della loro struttura chimica, non vengono né digerite, né assorbite dall’intestino tenue. Questa è una peculiarità unica, non appartenente alle proteine, ai carboidrati e ai lipidi, che vengono assorbiti nel tenue e forniscono energia. La digestione e l’apporto energetico delle fibre avvengono invece a livello del colon.

Un tempo si pensava che il ruolo delle fibre si limitasse a quello di zavorra o di spazzolone dell’intestino crasso. Venivano considerate rifiuti che dovevano essere eliminati in modo naturale con l’espulsione delle feci. In realtà le fibre sono responsabili di effetti che vanno ben al di là della regolazione del transito e che possono essere di natura molto diversa.

Esistono due grandi gruppi di fibre alimentari:

  • Le fibre insolubili: sono presenti nei prodotti a base di cereali (riso, pasta, farina), soprattutto “integrali”.
  • Le fibre solubili: sono presenti soprattutto in frutta e verdura, legumi (soia, lenticchie, ceci, fagioli), frutta secca, alghe, patate e cereali.

È fondamentale assumerle tutti i giorni in quantità e forma diverse. 

Alcune fibre alimentari (come le pectine, le gomme, gli oligosaccaridi e gli amidi resistenti) vengono fermentate dai batteri del microbiota intestinale (come già detto organo di difesa e di controllo essenziale per l’organismo) e possono indurre effetti fisiologici in grado di ripercuotersi su tutto l’organismo.

Altre fibre alimentari, come la cellulosa e la lignina, poco fermentate, contribuiscono a regolare il transito intestinale e ad aumentare il volume delle feci.

Se associate ad una sufficiente idratazione (più se ne mangiano, più bisogna bere), le fibre alimentari fungono da regolatori del transito intestinale. Il termine “regolatore” indica che le fibre riducono il rallentamento del transito (la costipazione) e ne limitano l’accelerazione (la diarrea). Grazie alla riduzione della velocità della digestione, le fibre ottimizzano anche il senso di sazietà e aiutano a tenere sotto controllo più efficacemente l’appetito.

Le fibre contribuiscono alla prevenzione di numerose patologie (malattie cardiovascolari, obesità, diabete di tipo 2, alcuni tumori) e diminusicono il rischio di infezioni e di patologie infiammatorie, modulando l’attività del sistema immunitario.

Si consiglia un consumo di 30 gr al giorno, corrispondenti 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, più almeno due porzioni di pasta o pane o cereali anche integrali.

I grassi o lipidi

a cura di Laura Olivero

grassi o lipidi appartengono ad un altro gruppo di macronutrienti altresì fondamentali. Essi hanno una funzione di immagazzinare e fornire energia, sono i costituenti base delle membrane delle cellule e sono fondamentali per la produzione di ormoni e di strutture utili alla veicolazione delle vitamine liposolubili ( vitamina A, vitamina D, vitamina K, vitamina E)


Nell’alimentazione di tutti i giorni è importante scegliere grassi di qualità e moderarne la quantità. I grassi non sono assolutamente da bandire, sono necessari, poiché contribuiscono, oltre alle funzioni sopra descritte, a creare un più precoce senso di sazietà e a rallentare l’assorbimento degli zuccheri. 

I grassi sono presenti sia in alimenti di origine animale che di origine vegetale.

Tra gli alimenti di origine animale quelli più ricchi di lipidi sono i latticini (in particolare il burro, le creme, i formaggi, yogurt), lardo, strutto, pancetta, carni grasse e insaccati (ad eccezione della bresaola e del prosciutto crudo privato del grasso visibile), uova. 

I pesci sono generalmente poveri di lipidi, tranne quelli dei mari freddi come aringhe, tonni, salmoni, sgombri e sardine, che rappresentano la principale fonte naturale dei preziosi omega-3. 

I crostacei, benché sostanzialmente privi di trigliceridi e poveri di calorie, contengono quantità considerevoli di colesterolo.

Gli alimenti vegetali che contengono grassi oli e margarine derivanti dalla spremitura di frutti (per esempio, le olive) o semi oleosi (come nel caso di soia, girasole, lino, sesamo, zucca ecc). 

Un’altra categoria di alimenti vegetali ricca di acidi grassi preziosi è la frutta secca (noci, mandorle, nocciole, pistacchi, arachidi)

Parlando di grassi non si può non parlare dei loro componenti essenziali, gli acidi grassi.

La digestione dei grassi in acidi grassi inizia in bocca e nello stomaco, ma diventa definitiva nell’intestino tenue (duodeno) grazie all’azione combinata dei sali biliari (che vengono prodotti dal fegato) e di specifici enzimi prodotti dal pacreas (le fosfolipasi).

Gli acidi grassi in eccesso che non vengono utilizzati immediatamente per produrre energia, sono incorporati nelle cellule del tessuto adiposo (adipociti) a scopo di riserva.

Gli acidi grassi vengono suddivisi in saturi, monoinsaturi e polinsaturi.

grassi saturi possono essere sia di natura animale che di natura vegetale, e si trovano principalmente in:

  • burro, margarina, strutto, lardo
  • olio di palma, olio di cocco
  • carni grasse( maiale e salsicce)
  • formaggi grassi
  • fritture
  • prodotti da forno industriali

I cibi a minor contenuto di grassi saturi sono la frutta, la verdura, i cereali, i pesci e le carni magre, il latte e lo yogurt.

grassi insaturi, invece, si trovano soprattutto nei prodotti di origine vegetale come olive, olio d’oliva e frutta secca, ma anche nel pesce azzurro, salmone, sgombro, che non sono dannosi per l'organismo, piuttosto sono essenziali.


Nella nostra alimentazione gli acidi grassi polinsaturi fortemente presenti sono lacido linoleico e l’acido linolenico, meglio conosciuti con il nome di omega-6 ed omega-3Essi sono definiti anche acidi grassi essenziali poiché, essendo prodotti in quantità molto basse dall’organismo, devono necessariamente essere assunti attraverso gli alimenti.

È pertanto necessario inserire nella dieta quotidiana il giusto rapporto tra gli acidi grassi omega-6 (oli di semi, frutta secca e legumied omega-3 (pesci dei mari freddi conosciuti come “pesce azzurro”, l’olio ed i semi di lino, le noci e le mandorle). 

Ricordiamo che il giusto apporto, secondo i LARN (livelli di assunzione raccomandata di nutrienti), è pari a 4:1 (omega-6 /omega-3)

In base alle linee guida per una sana alimentazione, la dose ideale di grassi totali (saturi e insaturi) da assumere ogni giorno corrisponde al 25-30% delle calorie totali, pari a circa 0,8-1,2 g per kg di peso corporeo. I grassi saturi non dovrebbero superare il 7-10%.

Le proteine

a cura di Laura Olivero

Le proteine sono macronutrienti fondamentali per il benessere del corpo umano. Il termine proteina deriva dal greco ‘protos’, ‘primario’.

Esse sono infatti indispensabili per la formazione di ormoni, di enzimi e dei tessuti (muscli, elle, unghie, capelli), e partecipano a tantissime attività importanti nel nostro corpo.

Non si deve dimenticare il loro ruolo fondamentale di fornitori di energia:

le proteine servono infatti a portare i nutrienti nelle cellule e ad attivare il metabolismo. 

Esse sono coinvolte in un processo di demolizione e di sintesi, chiamato turnover proteico, che permette all’organismo di rinnovare le proteine ‘vecchie’ con quelle nuove. La loro degradazione a partire da proteine assunte con l’alimentazione assicura un continuo apporto di aminoacidi, i ‘mattoni’ indispensabili per la formazione di nuove proteine all’interno del nostro corpo.


Gli amminoacidi coinvolti nella sintesi proteica sono venti, otto dei quali essenziali, vale a dire non sintetizzabili dall’organismo partendo da altri amminoacidi, e quindi necessariamente da introdurre per mezzo della dieta.

Le principali funzioni svolte dalleproteine nel nostro corpo sono:

  • permettono la contrazione dei muscoli
  • sono necessarie per la produzione di alcuni enzimi necessari per il metabolismo
  • sostengono il funzionamento del sistema immunitario
  • intervengono nella formazione del DNA
  • hanno un ruolo di neurotrasmettitori ( sostanze che veicolano informazioni tra una cellula e l’altra)
  • intervengono nella regolazione della coagulazione del sangue
  • sostengono il fabbisogno energetico 
  • fungono da trasportatori di sostanze nel sangue (es. emoglobina)

Da ciò si evince che è fondamentale assumere questi macronutrienti giornalmente. Il fabbisogno giornaliero di proteine è da stabilirsi attorno al 15-20% del fabbisogno energetico totaleVa inoltre sottolineato che sia l’eccesso che la carenza di assunzione di proteine possono portare a conseguenze anche gravi.

Le proteine possono essere di origine animale e di origine vegetale.

Le proteine di origine animale sono contenute principalmente nella carne, nel pesce, nelle uova, nel latte e nei latticini.
Le proteine di origine vegetale invece sono contenute nei legumi, nella frutta secca, nei cereali integrali, nei semi oleosi, e nelle alghe (spirulina).

La carenza proteica e soprattutto la carenza degli aminoacidi essenziali (fenilalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano, valina) determina un generale decadimento dello stato dei tessuti e un deperimento fisico complessivo: i muscoli perdono struttura e funzionalità, le ghiandole lavorano in modo non efficiente, la produzione degli ormoni è compromessa e si instaurano disequilibri endocrinologici più o meno importanti (es. irregolarità del ciclo mestruale nella donna o disturbi della funzionalità tiroidea), le proteine del sangue calano, il sistema immunitario fa fatica a funzionare. 


Esistono dei casi in cui risulta necessario integrare la dieta giornaliera con aminoacidi essenziali. È il caso per esempio di individui che fanno molto sport e non sono in grado di assumere tutte le proteine necessarie solo con la dieta, o di soggetti che non mangiano proteine a sufficienza per scarso appetito o per scelta alimentare individuale.

È fondamentale che sia uno specialista a valutare la necessità di integrarli, evitando di assumere integratori proteici non selezionati ormai di facile reperibilità sul mercato.

È necessario inoltre ricordare che con il passare degli anni, il nostro organismo tende ad avere una maggiore esigenza di proteine, perchè la loro gestione è meno efficiente. Nel tempo, questa carenza, conosciuta anche come resistenza anabolica, può portare ad una diminuzione della forza e ad una perdita sia della massa magra e muscolare (sarcopenia) che della mobilità. Una minor massa muscolare genera anche una deteriorazione della massa ossea (osteopenia e osteoporosi). Per questo motivo occorre che, andando avanti con l’età, ci si assicuri di assumere giornalmente il corretto quantitativo di proteine.