Salvare l’ambiente non è un concetto astratto, troppo più grande di noi, irraggiungibile. E non è vero affermare che “tanto il mio stile di vita non può cambiare le cose”. Un buon esempio, concreto, si può dare nella quotidianità, nella spesa di tutti i giorni. Nella scelta di un prodotto rispetto a quello a fianco: nello stare attenti se quello che stiamo per acquistare, durante la sua filiera di produzione, non abbia danneggiato l’ambiente. Spesso “etica” significa anche qualità: gli alimenti sono semplicemente più buoni, e la salute ne giova. In quest’epoca ci sono tutti gli strumenti per poter verificare i requisiti di ogni singolo alimento. Non solo un processo produttivo sostenibile, ma anche la tutela dei lavoratori contro ogni forma di caporalato, di sfruttamento, di sopraffazione verso chi ha pochi diritti e si deve accontentare di condizioni inique. Scegliere è un diritto e forse sta diventando un dovere.
Considerando che lo stato di salute delle popolazioni, è fortemente influenzato dal livello e dalla qualità della nutrizione, ed è inoltre, ormai dimostrato che lo stile di vita e le scelte alimentari agiscono in modo incisivo nella possibilità di evitare lo sviluppo di malattie, di controllarne l’evoluzione o, al contrario, provocarne l’insorgenza ne consegue che la scelta di allontanarsi da cibi fortemente industriali, ricchi di conservanti, fuori stagione o frutto di elaborate lavorazioni, non può che far bene alla salute.
L’educazione, alla salute e al rispetto, è un arricchimento per la società tutta. Per questo motivo, per “fare squadra” e per essere più forti nella tutela di sé stessi e degli altri, sono nati i “Gruppi di acquisto solidale”. Non è un semplice “gruppo d’acquisto”: questi ultimi possono essere composti da chi vuole esclusivamente risparmiare. Un obiettivo legittimo, ma in questo caso fuori contesto. Fare parte di un Gruppo di acquisto solidale significa ridare importanza primaria alla condivisione con gli amici, o coi vicini, delle proprie scelte. Vuol dire il ritorno ai sapori di una volta, il piacere di mangiare cose buone, che fanno bene, in armonia con gli altri esseri umani e con la natura. Quello che forse ciascuno di noi, da sempre desidera realizzare. Si tratta solo di provare... è una esperienza alla portata di tutti. I Gruppi di acquisto solidale esistono da circa 25 anni. Il primo è nato a Fidenza, nel Parmense, nel 1994. Due anni dopo, quando è stata pubblicata la Guida al Consumo Critico dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ecco le prime informazioni scritte sul comportamento delle imprese più importanti, al fine di guidare la scelta del consumatore. Nel 1997 è arrivata la rete dei gruppi d'acquisto solidali (Retegas).
Con l'entrata in vigore della legge finanziaria 2008, i Gruppi di acquisto solidale sono stati formalmente riconosciuti come “soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale”.
Facendone parte, dunque, si può costituire uno degli aspetti di un nuovo stile di vita. Accanto al consumo critico e al risparmio etico, fornisce una possibilità di impegno concreto per chiunque desideri cominciare a lavorare nella vita quotidiana per un nuovo modello di sviluppo costruito dal basso.
A Mortara c’è Oltre L’Acquisto. Un’associazione nata nel 2016 sulle ceneri del Gruppo di acquisto solidale Lomellina, con lo scopo di promuovere e far conoscere piccole realtà virtuose che fanno fatica ad emergere. Di sapere cosa si mangia e come viene prodotto.